Ciao Top Driver!
“Datemi solo una macchina che non si rompe, non importa la categoria”. Frase del versatile Pedro Rodriguez, pilota messicano alla cui memoria (nonché a quella del fratello Ricardo) è intitolato il circuito del quale parleremo oggi, l’Autodromo Hermanos Rodriguez.
Inaugurato nel 1962 e più volte modernizzato, oggi è lungo 4304m e comprende 17 curve.
Pista sottovalutata, è in realtà un concentrato di tecnica e personalità, data la presenza di sequenze molto toste, come le Esses e la cosiddetta “zona dello stadio”, il Foro Sol.
E siccome parliamo di un circuito che nasconde varie insidie, non vediamo l’ora che tu abbia le carte per dominarlo, curva dopo curva, su F1 22.
Due dei momenti più importanti della F1 in questo circuito…
1964, John Surtees si laurea eroe dei due mondi.
Moto e auto. Motomondiale e F1, le massime categorie di due mondi completamente diversi.
Non è raro vedere piloti automobilistici correre anche in moto e viceversa.
Ma vederli trionfare o addirittura laurearsi campioni con entrambi i mezzi è una cosa più unica che rara.
Questo è il caso di John Surtees che dopo aver vinto 7 titoli nel Motomondiale, sbarca in F1 nel 1960 con l’obiettivo di ripetere le imprese realizzate “giù in carena”.
Ci riesce nel 1964 con la sua Ferrari 158, al termine di una stagione difficile e combattuta, conquistando il Mondiale solo all’ultima gara, in Messico.
E’ bastato un secondo posto d’esperienza e di freddezza al britannico per inaugurare il club dei piloti conquistatori dei due mondi, di cui è ancora oggi l’unico membro.
Cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia: John Surtees è tra gli sportivi più versatili della storia.

N.B: Sì, quella che vedi è proprio una Ferrari, ma colorata in via eccezionale con i colori della NART, squadra statunitense di riferimento in quegli anni per Maranello.
1991, si cappotta Ayrton Senna.
Il weekend di Messico 1991 per Magic si rivela complicatissimo ancor prima di iniziare.
Questo perché il brasiliano è stato vittima, durante la settimana, di un incidente in sci che gli ha provocato una ferita alla testa.
Tuttavia Senna viene dichiarato idoneo a gareggiare, quindi scende in pista con la sua McLaren-Honda con l’obiettivo di consolidare la leadership nel Mondiale.
Durante le qualifiche del venerdì, però, Senna si rende protagonista di un clamoroso incidente alla veloce Peraltada.
In fase di ingresso il brasiliano perde il controllo della monoposto che così sbatte contro le barriere in gomma a forte velocità, terminando la propria corsa sotto sopra.
Nonostante lo spavento per il flip, Senna ne esce illeso e può così continuare il weekend di gara che si concluderà al terzo posto.

Le storie di Rodriguez, Surtees e Senna possono collegarsi perfettamente con ciò di cui hai bisogno in questo circuito: versatilità e il lottare a muso duro contro ogni difficoltà.
Quindi mettiamo in pratica questi concetti!
Ecco a te la guida al circuito di Città del Messico su F1 22: continua a leggere quest’articolo per scoprire i segreti di questo storico e difficile circuito.
Curva 1-2-3: Solana

Si esce dal km di dritto iniziale con questa S di media velocità che può essere anche un buon punto di sorpasso.
Qui allargati mettendo quasi tutta la monoposto oltre la riga bianca per fare minor rotazione e avere un ottimo raccordo per il cambio di direzione.
Frenata ai 100 in trail-braking e ingresso in quarta non aggredendo il cordolo interno.
Attimo di transizione e gas parzializzato e nel mentre sfrutti metà pista in uscita.

Per la 2 dai un colpetto di freno, terza e gas non appena hai raggiunto la corda.
Continua a lavorare di volante e pedali per la seconda a destra in cui è fondamentale uscire al meglio visto che segue la prima zona DRS.

Qui entra con un 30% di gas, short-shift alla corda e modula il gas in uscita per stabilizzare il retrotreno.
Dopo questo tratto si chiude il T1.
Curva 4-5: S del Lago

Nel T2 il verbo chiave è danzare.
Curva 4-5 non è l’eccezione alla regola: impostale allargandoti tantissimo per poi iniziare a frenare sulla banda d’asfalto dopo il cordolo.
Staccata in trail-braking, dentro in terza e di nuovo sfrutta metà pista per raccordare il cambio di direzione.

Sfiora appena il freno, vai in transizione in ingresso e gas dopo la corda, gestendolo perché é molto facile perdere il posteriore.
Curva 6: Horquilla

Curva molto particolare con doppio punto di corda.
Frena quando transiti sull’ombra del riflettore, entra in terza dando un pizzico di freno.
Vai in transizione alla prima corda non andandoci deciso.
Resta interno e aggredisci il secondo punto di corda, facendo short-shift e agganciando la vettura con il gas per l’uscita.
Curva 7-8-9-10-11: Esses

Ecco il tratto di pista più divertente, ma anche più temuto del circuito: le Esses.
Uno Snake in cui come sempre sono fondamentali il tempismo in inserimento e percorrenza, nonché con volante e pedali e il saper impostare una mono-traiettoria.
Inoltre è importante sfruttare ogni centimetro di pista in modo tale da essere sempre pronti per raccordare la piega successiva.
Allargati per l’ingresso alla 7 mettendo mezza macchina oltre l’asfalto e dai un colpetto di freno in trail-braking ai 70.
Quinta velocità e vai deciso sul cordolo interno, mangia la pista anche in uscita.

Qui tieni giù e taglia con decisione il cordolo interno.
Via verso la 9 in cui, a centro curva, rilasci per un istante il gas, restando sempre cucito in interna.

Anche qui sempre interno ma dando un paio di lievi telegrafate per essere sempre regolare con la linea.
In uscita sfrutta la pista per allacciare l’ultima curva dello Snake.

Con un ultimo deciso passaggio sul cordolo interno, andando flat-out, si chiude lo Snake e il T2.
Inoltre si apre una zona DRS.
Curva 12:

Anche qui devi allargarti come se non ci fosse un domani, entrare in quarta in trail-braking e portare molta velocità in ingresso.
Short-shift e gas alla corda, sfrutta la pista in uscita per impostare la prossima curva.
Curva 13-14-15: Foro Sol

Benvenuto nello Stadio, accolto dalla bolgia messicana!
Traiettoria di raccordo per la prima a sinistra, allargati e frena in trail-braking.
Terza velocità e stringi senza dover andare tutto interno, via verso la 14 telegrafando con il gas.

Qui short-shift dopo la corda, continuando a telegrafare ma con un gas più aperto.
Curva 16-17: Peraltada

Con la mitica, ma spezzata Peraltada, si chiude il giro nello splendido circuito messicano.
Frena appena dopo il segnalatore di bandiera, entrata in terza, gas alla corda aiutandoti con lo short-shift.
Modulalo e stringi più che puoi alla 17 per chiudere al meglio questa tornata a Città del Messico.

Bene Top Driver, dopo aver capito come affrontare al meglio questo tracciato, siamo sicuri che dopo la lettura di quest’articolo riuscirai ad abbassare i tuoi tempi qui in Messico.
Puoi dare un’occhiata al nostro video-tutorial su YouTube:
Al prossimo hot-lap e nel dubbio tieni giù!
A cura di Kevin Salerno