Sebastian Vettel si ritira! Perché non ha vinto in Ferrari?

Ciao Top Driver!

28 luglio 2022, una data che resterà scolpita tra le più importanti nella storia del motorsport.

Sebastian Vettel: 16 stagioni in F1, 4 Titoli mondiali consecutivi, 53 vittorie e 122 podi, ha annunciato il suo ritiro al termine di questa stagione.

Che ti piaccia o meno, come dimostrato dai suoi risultati, si tratta di un campione.

E come tale è stato in grado di lottare e di vincere con i più grandi della sua era.

Soltanto Lewis Hamilton, Michael Schumacher (7 titoli) e Juan Manuel Fangio (5 titoli) hanno vinto più campionati di Sebastian.

Il 35enne di Heppenheim, tuttavia, aveva le capacità per vincere anche più di quattro Mondiali.

Lo dimostrano tutti i suoi successi in Ferrari che, nei primi anni ibridi, non riusciva a stare al passo con la Mercedes.

Basti pensare alla sua prima vittoria con il Cavallino, Malesia 2015.

Seb, a Sepang, ha interrotto un digiuno Ferrari che durava da Spagna 2013 con una prestazione magistrale, solida, impeccabile.

Geniale nel trovare un gran bilanciamento aerodinamico/meccanico sulla sua monoposto in una pista così completa come Sepang.

Strepitoso nel fuggire alla ripartenza dopo il regime di Safety Car e nel mantenere un ritmo martellante.

Freddissimo nella gestione delle gomme e nel controllare il ritorno delle più veloci Mercedes.

E poi la gioia, quel “Sì ragazzi, dai, Forza Ferrari” che fa ormai parte della storia di questo sport.

Questo è il pilota Sebastian.

Seb, tuttavia, non verrà ricordato solamente per le vittorie e per i titoli, ma anche per la persona, una delle più vere del paddock. 

Verrà ricordato anche per i suoi iconici team radio, le sue urla di gioia, le sue canzoni.

Un tedesco atipico: preciso, puntuale, serio e professionale ma al contempo caldo e passionale.

Un sognatore, che voleva emulare il suo idolo Michael Schumacher.

Ha provato a farlo in Ferrari, ma non ci è riuscito (non solo per colpa sua).

 E allora viene da pensare…

Perché un 4 volte campione del mondo del suo talento e della sua caratura non sia riuscito ad imitare Schumacher?

Come spesso ricordiamo ogni pilota ha un suo stile di guida.

 A Seb piace moltissimo andare il più presto possibile sul gas per uscire di curva come un missile.

In pratica, far ruotare la vettura a gas aperto.

Questo implica, nel setup della monoposto, un posteriore stabile e comunicativo, che gli consenta di tenere giù e di capire quando sta per perdere la vettura.

Negli anni in Red Bull, per esempio, Seb era un tutt’uno con la vettura.

Basti pensare che nel 2013 ha inflitto 198 punti di distacco al suo compagno di scuderia Mark Webber che, solo 3 stagioni prima, si giocò il titolo fino all’ultima gara con un certo Fernando Alonso e con Sebastian.

Un esempio “Ferrarista” può essere il 2017.

La SF70H, tuttavia, era nettamente inferiore rispetto alla Mercedes.

Ciononostante Seb si è giocato il titolo con Lewis Hamilton fino al trittico asiatico in cui tanti problemi di affidabilità e l’incidente di Singapore lo hanno portato a perdere un mondiale ampiamente meritato.

Seb aveva, quindi, un feeling speciale con la SF70H.

Basti pensare che ha concluso moltissime gare rifilando tantissimi secondi al suo compagno Kimi Raikkonen, altro pilota che non è certo l’ultimo degli arrivati.

L’anno dopo, però, la Ferrari ha cambiato drasticamente progetto.

La SF71H si presenta come una vettura più efficace sul dritto e con un posteriore ballerino e poco comunicativo.

Risultato? Qualche errore di troppo nel tentativo di portare al limite la vettura.

Questo perché la SF71H era una vettura tutt’altro che vicina alla sua guida.

Il clou, però, lo si è raggiunto nel 2020.

Seb si è ritrovato a guidare una disastrosa SF1000.

I distacchi con Charles Leclerc erano inaccettabili sia in qualifica che in gara, mentre l’anno prima era riuscito a giocarsi la posizione in campionato con lui.

Anche qui, perché tutta questa difficoltà?

Semplicemente la SF1000 era una vettura completamente inadeguata al suo stile di guida.

Non parliamo di 2 piloti diversi: è sempre lo stesso ragazzo che è stato in grado di vincere 4 titoli consecutivi e che nel 2017 stava compiendo un autentico miracolo.

Quindi Top Driver, se un campione come Vettel ha bisogno di una vettura a lui congeniale, pensa quanto possa servire a TE!

Senza una monoposto adatta al TUO stile di guida, infatti, le sbinnate sono dietro l’angolo e un mostro come Seb ne è purtroppo la dimostrazione.

Quindi per evitare tutti questi errori hai bisogno di un assetto che sia cucito su misura per il tuo modo di guidare.

Dimenticati, quindi, che il setup scopiazzato dal migliore in prova a tempo possa essere il top del top per tutti.

Questo può essere il top per il pilota che lo ha realizzato, ma non per te.

Proprio perché ogni pilota ha uno stile di guida diverso.

E il setup deve adattarsi solo ed esclusivamente ad un unico stile di guida.

Questo vale come non mai su F1 22.

Qui un setup che calza a pennello per il tuo stile di guida ti farà realmente fare la differenza.

Tuttavia, se ti senti in balia delle onde perché passi ore nel menù degli assetti senza trovare una soluzione ai tuoi problemi di feeling con la vettura…

… non preoccuparti! E’ assolutamente normale!

Senza gli strumenti e le competenze necessarie è logico avere la mente annebbiata di fronte alla schermata dei setup.

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A cura di Kevin Salerno e Mattia Brusco

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