“E’ possibile driftare con una monoposto di F1?” La risposta è sì e a pronunciarla è Nelson Piquet nel 1986 con una manovra da paura ai danni di Ayrton Senna nella gara inaugurale che si è tenuta nel circuito del quale parleremo oggi, l’Hungaroring.
Pista bellissima, lunga 4381m e comprendente 14 curve, è considerata da molti come un kartodromo, data la continua presenza di pieghe in successione che non permettono ai piloti di rifiatare.
Un tracciato da alto carico aerodinamico, ma che richiede un lavoro certosino anche sul fronte meccanico per divorare al meglio ogni centimetro.
Detto questo, i tornanti e il misto dell’Hungaroring ti stanno aspettando, per cui non vediamo l’ora di mostrartene tutti i segreti, curva dopo curva, su F1 22.
Due dei momenti più importanti della F1 in questo circuito…
1989, Nigel Mansell compie uno dei più grandi capolavori della storia della F1
Mansell, con la sua Ferrari 640, parte dalla dodicesima posizione. Vista la natura del circuito, poco incline ai sorpassi, in moltissimi tagliano fuori il britannico dal discorso vittoria.
Bene, scattano le vetture e il Leone d’Inghilterra ha subito intenzione di smentire gli addetti ai lavori e gli appassionati.
Infatti, sembra in stato di grazia, così come la sua 640, che sfoggia un passo gara pazzesco.
Non ne supera uno, due, o tre. Dopo metà gara il britannico è addirittura già in zona podio e punta la leadership di Ayrton Senna.
E il modo con il quale Mansell sale in prima posizione, rende il tutto ancora più epico.
Per i due contendenti al titolo c’è da completare il doppiaggio di Stefan Johansson. Senna se lo trova in faccia nella velocissima curva 3, per cui Mansell ne approfitta per scartare rapidamente verso destra e portarsi a casa questo three-wide pazzesco.
Un sorpasso che è la cornice ad un successo magnifico arrivato con oltre 25 secondi di vantaggio nei confronti di Senna e che dimostra l’incredibile tenacia e il talento del Leone d’Inghilterra, il quale definirà questa gara come “la più bella della sua vita”.
Tra l’altro, sempre in questo circuito, lo stesso Mansell si porterà a casa, tre anni dopo, il suo primo ed unico titolo iridato con l’invincibile Williams FW14B, interrompendo il monopolio Senna-Prost.

2009, il terribile incidente di Felipe Massa
Sono in scena le qualifiche del GP del 2009, Felipe Massa è appena uscito da curva 3 quando, a 250 km/h, viene colpito in testa da una molla proveniente dalla Brawn di Rubens Barrichello.
L’impatto è violentissimo, l’elastico danneggia persino il casco del brasiliano, il quale perde conoscenza e finisce dritto contro le barriere di curva 4.
Il vice-campione 2008 viene trasportato di corsa all’ospedale più vicino, all’interno del quale gli diagnosticano una commozione cerebrale e una frattura al di sopra dell’occhio sinistro.
Le condizioni sono serie, ma dopo l’intervento chirurgico svolto per ridurre le ferite, Massa sarà dichiarato fuori pericolo.
Dopo un po’ di giorni in coma farmacologico, Massa inizia la riabilitazione: prima in ospedale e poi a casa, ma non riprendendo più la stagione 2009.
Felipe tornerà a correre nel 2010, ma la paura, in quel 26 luglio 2009, è stata davvero tanta.

Bene, ora è giunto il momento di scendere in pista.
Ecco a te la guida all’Hungaroring su F1 22: continua a leggere quest’articolo per sapere come padroneggiare e dominare questo magnifico e bellissimo circuito.
Curva 1:

Primo tornante e primo punto di sorpasso.
Frena quando ti affianchi al cordolo esterno e ingresso in terza ritardando un filo la corda.
Aggancia la vettura con il gas per aiutarti con la rotazione in uscita e lanciarti a bomba per la prima zona DRS.
Curva 2:

Questo tornante, invece, è tutto in discesa, compreso il punto di frenata.
Qui, però, devi staccare ai 50 e fallo tutto in trail-braking. Terza ed occhio ad un pelo di sottosterzo in ingresso.
Cerca, mentre rilasci il freno, di spigolare per migliorare la trazione in uscita, ma senza abusare del salsicciotto grigio.
Minimizza la transizione e alla corda fai short-shift e modula il gas per uscire al meglio, allargandoti in uscita per raccordare curva 3.
Curva 3:

Qui passa sul cordolo interno senza alzare il piede dal pedale del gas.
In uscita allargati per preparare la temibile curva 4, punto in cui si apre un T2 tra i più frenetici del mondiale.
Curva 4:

Occhio a questa curva secca verso sinistra con punto di corda cieco.
Qui è fondamentale il giusto tempismo nel quale inserisci la monoposto.
Per cui, in corrispondenza del cartellone bianco, alza il piede, togli una marcia e colpo di volante secco verso il cordolo interno.
Occhio a non finire largo in uscita, qui è molto facile farsi annullare il giro.
Curva 5:

Tornante in salita che va raccordato già dall’uscita della 4.
Qui appena ti sei allargato, vai dentro in trail-braking, scala sino alla quarta marcia anticipando un filo la corda, ma senza toccare il tappeto grigio che significa: testacoda.
Pelo di transizione, short-shift e gas minimizzando la transizione per l’uscita.
Curva 6-7:

Unica chicane del tracciato.
Anche qui frena in corrispondenza del cordolo esterno, ingresso in terza e sfrutta i cordoli interni (solo le parti basse, non i salsicciotti).
Inizia a dare un po’ di gas in uscita dalla prima per poi telegrafare alla seconda, fare short-shift per stabilizzare la monoposto in uscita.
Curva 8-9-10-11:

Adesso eccoti in una S in cui è fondamentale impostare una traiettoria unica in funzione di ciò che viene dopo.
Qui entra in quinta facendo lift and coast e dando un colpetto di freno, gas e allargati in uscita sino a centro pista per raccordare la 9.

Fai un po’ la stessa cosa per il cambio di direzione della 9, con la differenza di agganciare un po’ prima la vettura con il gas.
Inoltre, per l’uscita, sfrutta ogni centimetro di pista.
Alla 10 resta interno per minimizzare metri e per preparare la 11.

Ecco curva 11, qui sii deciso, togli una marcia, alza il piede e riprendi il prima possibile il gas nel piede.
Qui se non hai un anteriore che sia il meno sottosterzante possibile, avrai visto che potresti perdere tanti secondi preziosi.
Curva 12:

Il T3 si apre con curva 12, una delle rarissime curve a 90° della pista.
Frena anche qui quando sei di fianco al cordolo esterno, dentro in terza, short-shift e subito gas sfruttando la pista in uscita.
Curva 13:

Penultimo tornante del circuito, tutto in salita.
Frena dopo il ponte in trail-braking portando tanta velocità in ingresso.
Lavora di movimenti di volante per la percorrenza, nella quale fai un attimo di transizione e in uscita modula il gas perché qui la trazione non è molto facile.
Allargati in uscita per raccordare l’ultima curva.
Curva 14:

Un’ultima curva che a seconda della situazione, della sessione, del momento, può essere fatta in diversi modi, ma in modalità hot-lap si fa così:
Trail-braking deciso tenendo il freno pinzato sino alla corda, terza, lavora di volante restando incollato all’interno e non appena superi il muro che delimita il box dalla pista, short-shift e gas per chiudere il giro al meglio.

Bene Top Driver, dopo aver capito come affrontare al meglio questo tracciato, siamo sicuri che dopo la lettura di quest’articolo riuscirai ad abbassare i tuoi tempi qui all’Hungaroring.
Puoi dare un’occhiata al nostro video-tutorial su YouTube:
Al prossimo hot-lap e nel dubbio tieni giù!
A cura di Kevin Salerno