F1 22 Guida Al Circuito: Monza

Ciao Top Driver!

“La vita è correre, il resto è soltanto attesa”. E la pista della quale parleremo oggi, l’Autodromo Nazionale di Monza, simboleggia perfettamente questa famosissima frase del compianto attore e pilota Steve McQueen.

Inaugurato nel 1922 con il giro di pista di Felice Nazzaro e Pietro Bordino a bordo di una Fiat 570, il circuito di Monza è il quarto autodromo permanente mai venuto al mondo, dopo il Milwaukee Mile, Indianapolis e Brooklands.

Monza è, per antonomasia, il Tempio della Velocità. Parliamo di un tracciato sensazionale, magico, lungo 5793m e comprendente 11 curve.

Questa non è solo la pista in cui si raggiungono, di solito, le velocità medie più alte in campionato, ma anche di alcune curve molto difficili come le due di Lesmo e la Variante Ascari.

Qui è importantissimo lavorare sulle tecniche di frenata e di trazione se si vuole far la differenza, oltre che ad avere il massimo dell’efficienza aerodinamica.

Per cui, non parliamo per nulla di una pista facile e per questo motivo non vediamo l’ora di svelartene tutti i segreti, curva dopo curva, su F1 22.

Due dei momenti più importanti della F1 in questo circuito…

1970, Jochen Rindt muore, ma vince lo stesso il campionato

Durante le qualifiche del sabato, Jochen Rindt sbatté contro il guardrail all’ingresso della Parabolica a causa di un cedimento strutturale.

L”anteriore della sua Lotus 72, a causa del tremendo urto, venne tranciato e l’austriaco riportò delle gravissime lesioni a causa delle quali perse la vita a soli 28 anni.

Ma non è tutto, dato che Dynamite (così veniva soprannominato per il suo stile di guida aggressivo), in quel weekend si presentò come leader del Mondiale 1970 con ampio margine.

E grazie ai risultati ottenuti dai suoi avversari nelle gare successive, tra cui Jacky Ickx, Rindt riuscì a laurearsi come primo ed unico campione postumo della storia della F1.

2008, la prima magia di Sebastian Vettel

Sebastian Vettel, nato ad Heppenheim 21 anni prima, ha sempre sognato di vivere le imprese del suo idolo Michael Schumacher.

Vettel si è presentato subito come un ragazzino molto educato, altamente concentrato e meticoloso sul suo lavoro, ma in primis un incredibile talento.

Un pilota del quale si è parlato moltissimo e sin dall’inizio della carriera in orbita Red Bull che, per formarlo senza particolari pressioni, lo ha fatto dapprima essere collaudatore in BMW e poi pilota ufficiale in Toro Rosso.

Ed è proprio con la Toro Rosso che il tedesco sbalordirà il mondo intero:

Siamo a Monza, gara del 2008, diluvia. Vettel scatta dalla pole dopo una qualifica sensazionale, anch’essa bagnata.

Il tedesco non parte con i favori del pronostico, ma ha dalla sua parte una Toro Rosso STR3 ben bilanciata per la guida sul bagnato e una voglia di vincere assurda.

La gara parte dopo alcuni giri sotto Safety Car e Vettel costruisce sin da subito un vantaggio impressionante, ben 10 secondi sul secondo.

Se tutta la griglia pare stia guidando sul ghiaccio, lui sembra di trovarsi su un asfalto che sembra praticamente asciutto.

Il tedesco sta facendo, quindi, una differenza abissale contro piloti del calibro di Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton, sebbene fossero partiti nelle retrovie a causa di problemi di assetto.

Tuttavia, nella seconda parte di gara, la pioggia cessa, ma il copione resta invariato!

Vettel gestisce come un vero e proprio veterano il vantaggio accumulato e vince, in modo clamoroso, il Gran Premio d’Italia 2008.

Si tratta della prima vittoria della carriera di Sebastian, arrivata a 21 anni e 73 giorni (solo Max Verstappen con Spagna 2016 farà prima), il primo trionfo per la Toro Rosso e per la struttura di Faenza che prima delle lattine, ospitò la Minardi.

Un altro dato interessante è che la Toro Rosso è riuscita a vincere prima della sua sorella maggiore, la Red Bull che, sempre con Seb, vincerà per la prima volta nel 2009, in Cina.

E nell’anno del ritiro di Seb, ci era doveroso raccontare il primo dei 53 GP vinti da questo fuoriclasse assoluto, che con i suoi 4 Mondiali portati a casa è tra i piloti più vincenti della storia della F1.

Tra l’altro, pochi giorni dopo l’annuncio dell’uscita dai GP, gli abbiamo voluto dare, a nostro modo, un omaggio. [Clicca qui per l’articolo]

Detto questo, è vero che non abbiamo raccontato in questa sezione altri avvenimenti particolarmente importanti, come:

La tragedia del 1961, la morte di Ronnie Peterson, l’incidente mortale del 2000, le Ferrari listate a lutto nel 2001 e la splendida vittoria di Fernando Alonso del 2010.

Tuttavia, come ben saprai, Monza potrebbe raccontare da sola centinaia di pagine della storia della Formula 1 per ciò che ha rappresentato e rappresenta.

E anche per questo motivo, sicuramente avrai FAME di divorarla.

Per cui, ecco a te la guida al circuito di Monza su F1 22: continua a leggere quest’articolo per scoprire i segreti di questo magnifico e bellissimo circuito.

Curva 1-2: Prima Variante

Come direbbe Ayrton Senna, qui “non c”è curva dove non si possa sorpassare” e la Prima Variante ne è un esempio.

Qui passerai da 350 km/h ad addirittura 75 km/h in meno di 200 metri.

Frena in linea retta ai 100, inserisci la vettura in seconda, attimo di transizione quando fai scorrere la vettura verso cambio di direzione.

Qui, arrivato alla corda e dopo un pelo di transizione, short-shift e subito gas perché a questa Variante segue Curva Grande.

Avrai notato come qui non devi aggredire eccessivamente i cordoli, onde evitare brutte sorprese.

Curva 3: Curva Grande (Biassono)

Qui incollati al cordolo interno per perdere meno velocità possibile e risparmiare metri.

Tutto questo si tramuta in decimi utili nel lap-time.

Tra l’altro, a Curva Grande, si chiude il T1.

Curva 4-5: Variante della Roggia

Altra staccata violenta, frena ai 100 in linea retta, dentro in terza sfiorando il cordolo interno e sfrutta metà pista per aggredire il cambio di direzione.

Qui fai short-shift e aiutati anche con la tecnica del telegrafo per essere efficace quando dovrai dare tutto il gas.

Curva 6: Lesmo 1

Colpetto di freno, dentro in quinta, resta interno sfruttando il banking e aggancia la vettura con il gas il prima possibile.

In uscita allargati perché c’è da preparare la seconda di Lesmo.

Curva 7: Lesmo 2

Qui è fondamentale la velocità d’uscita perché dopo c’è il Serraglio, la prima zona DRS.

Anche qui: pizzico di freno, quinta, dentro alla corda e gas sfruttando il banking.

Dopo Lesmo 2 è finito anche il settore centrale.

Curva 8-9-10: Variante Ascari

Eccoti ad una delle sequenze più complete del Mondiale.

Frena dopo i 100, inserisci la monoposto in quinta e aggredisci tutti i cordoli interni (il non avere una vettura bassa ti può aiutare) e in percorrenza fai short-shift per dare gas il prima possibile.

Se sbagli questa frenata, hai compromesso non solo la Ascari, ma anche il rettilineo che segue.

Curva 11: Parabolica (Michele Alboreto)

Ultima, ma non semplice curva.

Vai dentro in trail-braking in quinta, staccando ai 50.

Porta tantissima velocità di ingresso e arrivato alla corda, inizia ad aggredire il pedale del gas, aiutandoti anche con la tecnica dello short-shift.

Occhio al sottosterzo, cerca di non arrivare largo e, se necessario, gioca un po’ con il pedale dell’acceleratore per chiudere questo giro al meglio.

Bene Top Driver, dopo aver capito come affrontare al meglio questo tracciato, siamo sicuri che dopo la lettura di quest’articolo riuscirai ad abbassare i tuoi tempi qui a Monza.

Puoi dare un’occhiata al nostro video-tutorial su Youtube

Al prossimo hot-lap e nel dubbio tieni giù!

A cura di Kevin Salerno

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