F1 22 Guida Al Circuito: Australia

Ciao Top Driver!

“F1 on My Mind”, tradotto come “F1 nella mia mente”. Citando una storica canzone australiana (Friday on My Mind), potrebbero dire così gli oltre 420.000 spettatori che hanno assistito al ritorno, dopo tre anni, della F1 nel circuito di cui parleremo oggi, l’Albert Park di Melbourne.

Inaugurato nel 1953, abbandonato dopo tre anni, completamente rifatto nel 1996 dopo quarant’anni di stop alle corse e rivisto nel 2021 da Hermann Tilke, è lungo 5278m e comprende 16 curve.

A differenza di F1 2021 ci sono meno chicane, alcune curve sono state completamente riprofilate, riprogettate nel raggio e la pista è stata riasfaltata.

Ma resta lo stesso un tracciato insidioso, tecnico e imprevedibile all’interno del quale devi essere maniacale con il bilanciamento della vettura se vuoi andare forte.

Preparati a scoprirne tutti i segreti, curva dopo curva, su F1 22.

I terribili incidenti a curva Whiteford

Parliamo di curva 3. La prima grande staccata di questo circuito e da svolgere tutta in trail-braking.

Il punto di frenata, tuttavia non è facile da prendere, specie se si è in lotta. E’ facilissimo mancare il punto di staccata, centrare in pieno un’altra monoposto e montarci sopra.

Inoltre, per staccare a dovere, devi allargarti il più possibile, cercando di non toccare l’erba. Pizzicandola, è facilissimo finire dritti contro il muro e terminare la corsa con un impatto devastante.

Questa è la dinamica degli incidenti più gravi che si sono verificati in questo circuito e sono tutti accaduti proprio alla Whiteford.

Ci riferiamo, ad esempio, al caso della gara inaugurale, 1996, quando alla partenza si scatena un ingorgo in curva 3 che la Jordan di Martin Brundle non riesce ad evitare in tempo.

Brundle prende in pieno la McLaren di David Coulthard, decolla e inizia una serie di ribaltamenti per poi finire la corsa a testa in giù.

Il britannico, nonostante la monoposto si sia spezzata in due, esce totalmente illeso dall’incidente.

Ciononostante, viene esposta la bandiera rossa. E quando la gara veniva interrotta, in quegli anni, c’era la possibilità di prendere il muletto, vale a dire la vettura di riserva.

Il pilota inglese, nonostante sia appena sopravvissuto ad un enorme incidente, va a prendere il muletto e partecipa al secondo via.

Anche in questo caso, niente da fare. Brundle si ritirerà per un altro incidente al via (sempre alla Whiteford), ma questa volta molto meno grave.

Spostiamoci cinque anni più avanti, al 2001, quando un incidente dalla dinamica molto simile sfocia in tragedia.

Al quarto giro la Williams di Ralf Schumacher anticipa il punto di frenata e la BAR di Jacques Villeneuve non può evitarlo.

L’ex campione canadese si schianta contro le reti di protezione a oltre 250 km/h per poi finire la sua corsa nella via di fuga, con un paio di capottamenti.

Entrambi i piloti, fortunatamente, non si sono fatti nulla.

Purtroppo però, un commissario, Graham Beveridge, è stato ucciso da una gomma che si è staccata dalla vettura impazzita di Villeneuve.

E ora veniamo al 2016, quando la McLaren di Fernando Alonso si rende protagonista di una carambola terribile.

La dinamica iniziale è molto simile all’incidente del 2001, ma lo spagnolo, dopo aver centrato la Haas di Esteban Gutierrez, impatta dapprima lateralmente contro le barriere.

Dopodiché, i danni alle sospensioni e i danni al fondo sollevano la vettura al passaggio sulla sabbia e il due volte campione si ribalta più volte.

Fernando esce da solo, ma con una frattura alle costole che gli impedirà di partecipare al round successivo.

Adesso però, lasciamoci alle spalle incidenti e altri problemi, dato che è giunto il momento di scendere in pista.

Ecco a te la guida al circuito dell’Albert Park su F1 22: continua a leggere quest’articolo per sapere come padroneggiare e dominare questo interessante circuito.

Curva 1-2: Brabham-Jones

Iniziamo subito con una sequenza in cui sono importanti tempismo e rotazione della vettura.

Allargati sino a radere l’erba, frena prima del cartello dei 50 metri, ingresso in trail-braking in quinta e divora il cordolo interno come se fosse il tuo piatto preferito.

Esci agganciando il prima possibile la vettura con il gas in vista della prima zona DRS. Inoltre al cambio di direzione rosicchia qualche metro incollandoti al cordolo interno.

Curva 3: Whiteford

Eccoci al più grande punto di sorpasso di questa pista, la Whiteford.

Qui si passa, inoltre, da oltre 310 km/h a circa 100 km/h.

Ed è la prima di una sequenza di curve, per cui devi svolgerla in funzione dei prossimi cambi di direzione.

Frena subito dopo i 100 modulando il trail-braking, porta tanta velocità in ingresso permettendoti di entrare in seconda, ma un pelo largo.

In uscita, doppio short-shift e cerca di stabilizzare quanto prima la vettura al cambio di direzione, anche telegrafando con il gas.

Ricordati che quest’anno devi prestare molta attenzione ai trasferimenti di peso, per cui devi essere quanto meno brusco possibile con l’erogazione del gas a marce basse.

Curva 4:

Qui devi continuare il lavoro di pedale dell’acceleratore, telegrafando e gestendo il gas dato per non avere sottosterzo.

In uscita dai tutto il gas facendo short-shift e raccorda curva 5.

Curva 5:

Qui giù tutto, flat-out.

Ma attento a non arrivare largo, perché se tocchi il tappetino sintetico con troppa decisione puoi perdere la vettura.

Il T1 si conclude qui.

Curva 6-7:

Qui è importante essere efficienti sia in ingresso che in uscita.

Ma occhio alle insidie di questa velocissima S che ti farà entrare sul Lakeside Drive, curvilineo in cui si resta full-gas per più di 1km.

Dai un pizzico di freno poco dopo i 100, ingresso in quinta e dai subito gas sfruttando il banking.

Curva 9-10: Clark-Lakeside Drive

Unica cosa da fare, restare interni per guadagnare metri utili nel lap-time.

Curva 11-12:

Una delle S più toste del mondiale, dal cuore in gola.

Allargati, dai poco freno, scala due marce, porta meno velocità alla prima, zero transizione e dai subito gas per raccordare il cambio di direzione uscendo a centro pista.

Divora questo cordolo interno senza pietà, passandoci sopra a gas spalancato.

Con questa S si chiude uno dei T2 più veloci del Mondiale.

Ed inizia, con la seconda zona DRS, un T3 tecnico e abbastanza lento, ma anch’esso rivisto.

Curva 13: Ascari

Tempo fa una curva di media velocità, ora una curva lenta a 90° che favorisce i sorpassi.

Frena molto tardi, ai 50, e modula il trail-braking. Entra in terza portando tanta velocità, short-shift in uscita facendo scorrere la vettura sul mega-cordolo esterno.

Curva 14: Stewart

Qui entra un pelo largo togliendo una marcia, fai lift and coast e dai subito gas approcciando curva 15.

Curva 15: Prost

Importante qui non arrivare lunghi, altrimenti faresti male anche l’ultima curva mandando all’aria, proprio sul più bello, il lap-time.

Anticipa un po’ la frenata portando meno velocità in ingresso, trail-braking, seconda e spigola per aiutarti con il gas.

Fai doppio short-shift e proprio come hai fatto nel T1, esci a centro curva per allacciare l’ultima curva modulando la pressione sul pedale del gas.

Attento ancora una volta alla sensibilità della vettura in uscita di curva.

Curva 16:

Qui devi lanciarti al meglio possibile per il rettilineo finale, per cui parzializza con il gas, fai short-shift per avere una vettura più stabile possibile e chiudi il giro restando attento a non finire largo.

Bene Top Driver, dopo aver capito come affrontare al meglio questo tracciato, siamo sicuri che dopo la lettura di quest’articolo riuscirai ad abbassare i tuoi tempi qui in Australia.

Puoi dare un’occhiata al nostro video-tutorial su YouTube:

Noi ti aspettiamo al prossimo hot-lap e nel dubbio tieni giù!

A cura di Kevin Salerno

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